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Chiesa e santuari, la forza evangelizzatrice della pietà popolare

I santuari come forza evangelizzatrice della pietà popolare. I rettori e operatori di tanti luoghi di devozione che fanno riferimento al collegamento nazionale santuari sono riuniti da ieri a Varese per il 56esimo incontro nazionale.
Servizio di Elena Seno

              Convegno Rettori dei Santuari

        16 novembre 2022

   Santa Caterina del Sasso

Nella lettura di oggi, del libro dell’Apocalisse, siamo al momento in cui al veggente viene presentata una porta in cielo.

È la porta di accesso al mondo di Dio. Si tratta di una porta spalancata, dove Giovanni può entrare in comunione con Dio e sperimentare la sua benefica presenza, vedere e giudicare la storia come dio a vede, con il suo stesso sguardo. È Dio che prende l’iniziativa e invita ad entrare.

Penso al prezioso servizio dei santuari all’interno delle vie di evangelizzazione da utilizzare nel nostro tempo presente.

Sono una vera porta di accesso per l’incontro con Dio, attraverso Maria, che attrae i suoi figli e li conduce a Gesù.

A voi è offerta la possibilità di incontrare tante persone che entrano con spontaneità e con i più diversi sentimenti nel santuario.

Spesso si tratta di persone che normalmente rifuggono dal frequentare la chiesa della loro parrocchia, sono completamente estranei a una vita ecclesiale. Non sono solo i classici devoti quelli che oggi frequentano i santuari.

I santuari oggi sono una via speciale della missionarietà della chiesa. Espressione di una Chiesa in uscita, che apre le porte a tutti ed accoglie ciascuno nella sua particolarissima situazione.

Dio crea occasioni di incontro con lui anche quando l’uomo è impreparato o apparentemente non disponibile ad incontrarlo. Dio sorprende sempre l’uomo e fissa il giorno e l’ora più opportuna per andargli incontro e mostrargli la sua misericordia. Una via privilegiata sono oggi i santuari.

Molte persone entrano nei santuari per curiosità, da turisti o da estimatori d’arte, ma poi escono da pellegrini, spesso riconciliati, stupiti e sorpresi per questa straordinaria occasione che è stata loro offerta, spesso a loro insaputa.

Questo dipende molto dal clima di accoglienza che respirano, dal silenzio che avvertono e riscoprono, dal tipo di preghiere che vengono proposte, dai segni che vengono loro indicati. Non è un silenzio vuoto, ma abitato da una presenza in un clima di adorazione e di lode.

La pagina dell’apocalisse di oggi parla del trono di Dio; quindi, di un luogo che lascia emergere una presenza, certo misteriosa, ma efficace, che tutti avvertono come qualificante l’ambiente sacro.

Il santuario attrae non più per le opere d’arte in esso racchiuse, ma per questo speciale clima di raccoglimento, di pace, di serenità che i pellegrini respirano. (e ne godono!).

Il brano dell’Ap parla di vegliardi attorno al trono che inneggiano e non cessano di ripetere: “santo, santo, santo il Signore Dio onnipotente”. Le persone sono ammirate da una liturgia ordinata, semplice, ma viva e coinvolgente. Sono sorpresi per una Comunità di fedeli raccolta in orazione, che partecipa alla celebrazione in modo compatto, in semplicità, ma con più convinzione.

Molto dipende da omelie ben costruite (non piatte e fredde e nemmeno lunghe), fondate sulla Parola di Dio, ma che permettono alle persone di sentirsi interpellate e identificate in ciò che viene loro rivolto. Non dimentichiamo che noi parliamo all’esterno, ma il Signore Dio entra, attraverso di noi, suoi umili strumenti, nel cuore di ciascuno e li visita, li consola e li rinnova.

La pagina evangelica di oggi si rivolge direttamente a voi, custodi e animatori dei santuari.

Chiede conto del grado di coinvolgimento nell’accoglienza dei pellegrini, vi interroga sulla creatività delle vostre proposte pastorali, sulla qualità della predicazione e insieme sulla vostra comprensione delle persone, soprattutto di quelle che si confessano, perché attraverso di voi essi possano sperimentare la tenerezza di Dio, la sua misericordia.

Come servi fedeli sentiamoci onorati di poter offrire questo speciale tipo di ministero e adoperiamo tutte le nostre forze per sentirci operatori qualificati, strumenti di grazia e di compassione per tutte le persone che il Signore chiama.

Oscar card. Cantoni