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Palermo, il Santuario di Monte Pellegrino prepara la festa di settembre

dal Giornale di Sicilia del 14 luglio 2023

Secondo la tradizione, ci sarà l’Acchianata tra il 3 e il 4, che è il giorno della morte di Santa Rosalia. Restaurato l’altare in marmo

Il luogo che custodisce la memoria di Santa Rosalia è il Santuario di Monte Pellegrino che si trova a 445 metri sul livello del mare e fa un tutt’uno con la grotta, dove, il 15 luglio 1624, sono state ritrovate le ossa della Santuzza. La sua struttura, completata nel 1629, è del tutto particolare: nella prima parte c’è la facciata del 1600 addossata alla roccia; entrando si trova un vestibolo finemente lavorato e decorato; subito dopo, abbiamo una cupola “aperta” sul cielo e, per finire, superata una sontuosa cancellata in ferro, si entra nella grotta carsica che potremmo definire il “cuore” del Santuario, il luogo del ritrovamento delle ossa della Santa che poi portate in processione segnarono la fine della peste terribile di quegli anni. Sotto un baldacchino, vi è anche l’altare con il simulacro della Santa giacente, opera in marmo di Gregorio Tedeschi del 1625, rivestita nel 1735 da una lamina d’oro donata da Carlo III. Dal dicembre del 1946 il Santuario è curato dai Religiosi dell’Opera Don Orione (Piccola Opera della Divina Provvidenza).

La novità di quest’anno è che sono stati completati i lavori di ripristino dell’altare marmoreo del Santuario, commissionati dal club service Inner Wheel Palermo Normanna, presieduto da Angela Fundarò e dalla Città Metropolitana. I lavori sono stati eseguiti da Francesco Bertolino, dello studio d’arte e restauro Keramos, e Gaetano Correnti, con l’alta sorveglianza della Sovrintendenza dei Beni Culturali.

Il Monte Pellegrino è il luogo santo per i palermitani. In quella grotta si manifesta l’aspetto forse più autentico della devozione a Santa Rosalia: parliamo dell’acchianata, cioè il tradizionale pellegrinaggio sul luogo dove furono trovati i resti della Santuzza. I palermitani devoti fanno il pellegrinaggio salendo a piedi, percorrendo un antico sentiero di circa 4 km che va dai 38 metri ai 445 metri, fino al Santuario. Molto suggestiva è la notte tra il 3 e il 4 settembre in cui «acchianano» sia singoli fedeli che gruppi organizzati che pregano e cantano durante il pellegrinaggio. Il giorno 4, il dies natalis, (come nascita della Santa alla vita eterna cioè il giorno della morte secondo la tradizione), si celebra solennemente la «Santuzza», come chiamano familiarmente santa Rosalia i palermitani. Da notare anche che i luoghi della «Santuzza» hanno ispirato anche un percorso, l’«Itinerarium Rosaliae». Un vero e proprio percorso religioso che si immerge dentro l’anima più autentica dell’Isola, quella fatta di devozione popolare, piccole chiese rupestri, santuari, ma anche luoghi di culto simbolici dove i santi – e Rosalia in particolare – hanno lasciato il segno. Il percorso si sviluppa dal santuario di Santa Rosalia di Monte Pellegrino fino all’eremo di Santa Rosalia alla Quisquina in provincia di Agrigento – che invece sorge nelle vicinanze della grotta dove visse per gran parte della sua vita, sempre secondo le scarne notizie dell’epoca, la nobile vergine in fuga dalla vita di corte.

Nel Settecento l’Eremo della Quisquina era uno dei più rinomati d’Italia, visitato da vescovi, principi e cardinali – e, viceversa aveva portato visitatori anche nelle aree naturalistiche vicine di Monte Cammarata, Monte Carcaci, Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio, Monte Genoardo e Santa Maria del Bosco, Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere, Gorgo del Drago, Serra della Pizzuta, Monte Pellegrino e il Parco dei Monti Sicani. Oggi la rinascita del turismo religioso ha fatto riscoprire tutti questi percorsi.